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Tantra Massage Florence - Massaggi Tantra Siena - Tantra Milano

Tantric Massage Florence- Tuscany - Italy
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NAMASTE' STUDIO TANTRA DI HANASHYAN KAHSHAN
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27 marzo 2011

BURLESQUE


Sono sempre in cerca di qualcosa di insolito, siccome vengo dal mondo erotico e sono stata vedete per alcuni anni in un noto locale di lusso a Milano...
Per questa stagione lancio il mio "BURLESQUE"...per commemorare la mia femminilita, la mia esistenza da donna.
In qualche locale mi esibirò...farò per pura passione.
Beh come perfomer non sono mica male!

Il new Burlesque
Negli anni novanta, sull'onda della moda legata alla cultura vintage, è nato il new-burlesque, da cui viene fatto derivare anche il dark cabaret.

I nomi più famosi del panorama contemporaneo di questa forma artistica sono quelli di Immodesty Blaize, Dirty Martini, Julie Atlas Muz, le Pontani Sisters, Catherine D'Lish, Dita Von Teese.

Dopo la riscoperta all'interno dello showbiz statunitense, il burlesque si è diffuso anche in Australia e in diversi paesi d'Europa.

Molti divi musicali contemporanei si sono ispirati alla cultura del burlesque per le loro esibizioni: tra di loro Madonna, Christina Aguilera, Gwen Stefani e Lady Gaga.

Negli Stati Uniti invece, il burlesque si diffuse intorno alla metà del Settecento e per oltre un secolo non godette di consensi e popolarità.[2] Solamente intorno al 1865 venne rivitalizzato grazie ad una trasformazione di stile, genere e contenuti, che gli fece assumere una funzione di spettacolo di divertimento per adulti, imperniato su scene comiche a sfondo erotico o colte a piene mani dall'attualità, danze del ventre, siparietti improvvisati basati su doppi sensi, numeri di equilibristi o giocolieri, canti e danze.





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16 marzo 2011

Come fare un viaggio astrale

Alcune persone parlano di ‘viaggi astrali o ‘sdoppiamento del corpo’ come di un’esperienza nella quale qualcosa (il nostro corpo psichico) si scollega da qualcos’altro (il nostro corpo fisico). In realtà, questo succede ogni volta che dormiamo normalmente, solo che non ce ne rendiamo conto. Questo significa che i sogni sono ‘viaggi astrali’, qualsiasi nome vogliamo dargli. Quindi, parlando di ‘sonno lucido’ si intende che quando siamo nella dimensione onirica ci stiamo in termini coscienti in grado minore o maggiore, e pertanto possimo muoverci in quella dimensione a nostro piacimento, e andare nei luoghi fisici che desideriamo. Le persone che hanno doti particolari in questo campo o che lo hanno studiato a fondo possono farlo anche da svegli; in questo caso, entrano nella cosidetta ‘trance’, in cui lasciano in maniera cosciente il corpo e vanno dove vogliono col loro corpo sottile.

PASSAGGI

  1. Andate a dormire col proposito di svegliarvi dopo 4 ore, e svegliatevi prima dell’alba.
  2. Una volta svegli, alzatevi, stiratevi e state in piedi per qualche minuto, concentrandovi sull’esercizio che vi proponete di realizzare.
  3. Disponetevi a riaddormentarvi; ritornate a straiarvi in una posizione comoda, ripetendovi ‘Mi addormenterò mantenedo la coscienza e abbandonerò il mio corpo in piena lucidità’; quindi lasciatevi andare al sonno.
  4. Se vi svegliate subito dopo esservi addormentati (può accadre per il timore di fare l’esperienza), ripetete la frase di prima, e riaddormentatevi.
  5. Perderete temporaneamente lo stato cosciente nel momento in cui scivolate nel sonno, ma se perseverate potrete trovarvi fuori del corpo in termini coscienti.
  6. In genere è possibile rientrare nel corpo fisico solo desiderandolo, ma è possibile che chi ha paura di non riuscire a tornare possono avere delle difficoltà al ‘rientro’.
  7. Nei viaggi astrali si possono percorre grandi distanze, però se la persona che lo vuole realizzare è convinta di ciò che fa, riesce a farlo senza problemi.


Consigli

  • Durante la permanenza nel corpo sottile le persone avvertiranno che la percezione sensoriale si è enormemente estesa, e che più che il corpo sottile si distanzia dal corpo fisico, più aumenta: il campo visuale diventa polidirezionale, in grado cioè di captare immagini da tutte le direzioni simultaneamente e anologamente accade anche agli altri sensi.
  • Durante il viaggio sarà possibile incontrare corpi sottili di altre persone, proprio come nei sogni quando interagiamo con gli esseri più disparati.
  • Se volete andare in un determinato posto, dovete pensare che già ci state e che state vedendo, udendo toccando le cose che lo compongono; vi ci troverete, basta che ne siate sicuri.


Avvertenze

  • Se avete paura, non cominciate neppure; può essere pericoloso. La paura attira entità del basso astrale che possono perseguitarvi. Chi fa queste esperienze, deve essere preparato a fronteggiare questi eventuali incontri, perchè nel sonno normale il corpo agisce automaticamente e quando, ad esempio, si ha un incubo, ci fa svegliare subito, ma se si esce dal corpo in maniera lucida, siamo ‘noi’ a dover agire per tutelarci e se non lo si sa fare può succedere qualsiasi cosa.
  • Se volete utilizzare i viagggi astrali per fini malevoli o egoisti, non li fate assolutamente; la vostra negatività attirerà quella del mondo astrale e vi si ritorcerà contro con risultati disastrosi.


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Torna ad amare senza pensieri

Ho un metodo tutto mio per superare l'eiaculazione precoce. tutto Bio Naturale. Per altri disturbi (impotenza sessuale, ecc...) vi elenco likn sotto.
Ciao... Kika


Per l'impotenza sessuale o altri disturbi vi consiglio S.I.U Società Italiana di Urologia http://www.siu.it/ S.U.N Società Urologica Nuova http://www.societaurologianuova.it/ - Federazione Italiana Società Urologiche F.I.S.U http://www.fisuitalia.it/


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14 marzo 2011

ERBA COMMESTIBILE


Non potevo fare a meno di non pubblicare questo post. Sono chef gastronomico, mangio e cucino molto erbe coomestibile. Adoro!! Sono una coniglietta. La primavera è in arrivo e mi arrischisco con erbe di stagione, rischio anche di essere aggredita da qualche animale, cane, ecc.. Giro per le campagne vicine a casa mia...faccio lo sport JOGGING e arrivo a casa sempre con un bottino ricco di erbe locale. Ho molta conoscenza in erboristeria.

Tarassaco "Dente di leone"Tutti conosciamo la pianta della foto, ma quanti sanno che è commestibile e che si presta a svariate preparazioni ed usi? Leggete quanto appresso e se la curiosità rimane sollecitata, bene, alla prima occasione provvedete ad abbondante e gratuito raccolto. L'accortezza, però, deve essere quella di cercare prati lontani da strade molto trafficate, perchè la pianta, tanto è buona e ricca di vitamine e sostanze benefiche, tanto si arricchisce facilmente di sostanze tossiche, provenienti dagli scarichi delle auto. Dunque il tarassaco, è il notissimo fiore giallo dei prati, i cui frutti formano il soffione con cui si divertono i bambini...
Pianta erbacea perenne, alta 20-30 centimetri, ha una radice "carnosa" da cui hanno origine le foglie a mazzetto e più peduncoli fioriferi; le foglie glabre, hanno una forma particolare ed inconfondibile: lanceolate-dentate (da cui dente di leone); i fiori sono numerosi per ogni piantina ed hanno un capolino giallo dorato; il piccolo frutto è un achenio munito di pappo (paracadute) che consente la sua dispersione con il vento.
In autunno giungono a maturazione le piccole bacche lucenti dette botanicamente drupe, di color nero-violaceo, dal sapore acidulo, riunite in grappoli, e molto ricche di vitamina C.
I boccioli non ancora schiusi posti sotto sale o sotto aceto si possono usare al posto dei capperi; la radice tostata in forno poi macinata fornisce un benefico surrogato del caffè, come l'orzo o la cicoria ad esempio.
Le radici, che si raccolgono da maggio a ottobre (si possono essiccare al sole per uso invernale) contengono: tarassicina, tarassina, tarasserolo (che agiscono sul fegato e sulla cistifellea), acido caffeico, oleico, linoleico, vitamina A B C D PP. Le foglie (fresche o essiccate) contengono: fitosterolo, tarassina, colina, vitamina C, tracce di tannino
Le foglie, assai ricche di vitamine e sali minerali , si raccolgono in primavera, quando sono tenere. Hanno un buon sapore amaro aromatico e si consumano sia crude, in insalata, sia cotte tipo spinaci (ripassate in padella con aglio e olio o con burro).
Si accompagnano bene a carni grigliate o fritte. Ottime nel minestrone o per la frittata. Il risotto al tarassaco si prepara come qualunque riso alle verdure.
Si possono unire alle Bietole da taglio, alla Borragine, alla Malva, alle Ortiche o ad altre erbe primaverili, anche mescolate tra loro.
Per chi ha problemi di costipazione intestinale o di foruncoli derivati dal lento funzionamento del fegato l'infuso di tarassaco, preparato mettendo a bollire un cucchiaio di radice in una tazza d'acqua, costituisce un ottimo rimedio. Esso è anche un buon diuretico.
Chi si sente sempre stanco può provare per una quindicina di giorni la cura degli steli di tarassaco: si colgono steli fioriti, si lavano poi si stacca il fiore e si mastica lentamente lo stelo che è amarognolo croccante e succoso come un'insalata. Da cinque a dieci steli al giorno, presi per una quindicina di giorni, svolgono una benefica funzione depurativa, rigenerano l'organismo e danno nuovo vigore.

Primula Primula officinalis- Primulacee

È comune nei boschi, lungo i canali d'irrigazione, vicino ai ruscelli. Io ho nel mio giardino!
Si utilizzano le foglie ed i fiori.
Occorre non eccedere nella raccolta per evitare l'estinzione della specie nelle varie zone.
Le foglie tenere, raccolte prima della fioritura, possono essere consumate crude, tagliuzzate grossolanamente, in insalate miste, oppure cotte nelle minestre.
I fiori possono essere usati per fare tisane oppure cucinati ed usati per guarnizioni o anche caramellati.


Se volete dare un'occhiatina al mio blog gastronomico...troverete ricette deliziose, ricco di immagine delle mie piettanze.

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12 marzo 2011

MEDITARE


MEDITARE

...se hai intenzione di meditare, non sarà meditazione ...se assumi deliberatamente un atteggiamento, una posizione, per meditare, allora la meditazione diventa un giocattolo, un trastullo della mente. Se decidi di districarti dalla confusione e dall'infelicità della vita, allora diventa un'esperienza dell'immaginazione — e questa non è meditazione.
La meditazione non è la semplice esperienza di qualcosa al di là del pensiero e del sentimento di ogni giorno, né la ricerca di visioni e beatitudini... La meditazione non è fuga dal mondo; non è un isolarsi e chiudersi in sé, ma piuttosto la comprensione del mondo e delle sue vie... Meditare è deviare da questo mondo...
La meditazione non è un mezzo per un fine... La meditazione è la cessazione del pensiero... Tutto ciò che il pensiero formula ha in sé il limite dei suoi confini, il pensiero ha sempre un orizzonte, la mente meditativa non ne ha, l'uno deve cessare perché l'altro possa essere. La meditazione apre la porta ad una vastità che trascende ogni immaginazione o congettura. Il pensiero è il centro intorno al quale c'è lo spazio dell'idea, e questo spazio può essere allargato da ulteriori idee. Ma tale allargamento mediante stimoli di ogni sorta non è la vastità in cui non c'è alcun centro. La meditazione è la comprensione di questo centro e quindi il suo superamento. Il silenzio e la vastità vanno insieme. L'immensità del silenzio è l'immensità della mente in cui non esiste un centro. La percezione di questo spazio-silenzio non procede dal pensiero. Il pensiero percepisce soltanto la sua proiezione, e il riconoscimento di essa è il suo confine... La meditazione non è un'attività dell'isolamento, ma l'azione nella vita quotidiana che esige cooperazione, sensibilità ed intelligenza. Senza il fondamento di una vita retta la meditazione diventa una fuga e non ha alcun valore.
Meditare non è ripetere parole, sperimentare visioni o coltivare il silenzio. Questa è una forma di autoipnosi. Meditare non è chiudersi in un pensiero ideale, nell'incanto del piacere.
La mente meditativa è vedere, osservare, ascoltare senza la parola, senza commento, senza opinione — attentamente e costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che l'osservatore non può richiamare.

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LA PAURA

LA PAURA
La paura va situata tra i meccanismi di difesa dell'individuo. Rappresenta uno stimolo per attivare reazioni che servono a difenderlo dai pericoli dell'ambiente. Se un bambino non avesse paura del buio, potrebbe, volendo, sbattere contro qualche oggetto e ferirsi. Analogamente un cerbiatto che non avesse paura di un leone non riuscirebbe a scappare e verrebbe eliminato.
Vi è dunque una paura esistenziale, che va mantenuta e non certo curata. Occorre distinguerla da una paura clinica, che acquista una dimensione negativa, che, invece di proteggere, rende immobili e succubi. Essa diventa patologica quando si attiva senza che vi sia un pericolo reale o si esprime con una intensità eccessiva sproporzionata allo stimolo. Si può arrivare fino alla paura della paura, quando un soggetto non riesce più a far nulla poiché è spaventato dal fatto stesso di esistere. La paura clinica si inserisce nel grande capitolo dei disturbi d'ansia e quindi ne rappresenta uno dei punti. Sul piano della patologia vanno distinte vere e proprie malattie, come la malattia di attacchi di panico o il variegato gruppo delle fobie, la fobia per i luoghi aperti (agorafobia), per gli spazi chiusi (claustrofobia), e via via, fino alle fobie sociali, che costituiscono un gruppo in grande espansione in questo momento storico, come la fobia scolare, la fobia di parlare in pubblico. Si tratta di forme diverse di paura, che la propria immagine non sia adeguata. A questo proposito è da ricordare che la paura più frequente nella prima adolescenza, 11-16 anni, è quella di non piacere e di non piacersi, con la conseguenza di non venire accettato dal gruppo e rimanere soli. La paura è un sentimento fondamentale per capire due delle espressioni più gravi nell'ambito dei disturbi del comportamento: la violenza e la depressione. Quest'ultima rappresenta una furia psicologica, di fronte ad un ambiente percepito come ostile e che quindi spaventa. La violenza è una reazione opposta alla precedente. Invece di fuggire dall'ambiente che spaventa, lo si assale per distruggerlo. Se si vuol capire la violenza, è necessario prima conoscere la paura.


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LA SPIRITUALITA'

LA SPIRITUALITA'
La spiritualità è un’esperienza vissuta, un insieme di pratiche e una coscienza che ci allineano con un senso di santità di Tutto l’Essere.

In genere essa include:

- Un’esperienza d’amore e di connessione con il mondo e con gli altri;
- Il riconoscimento dell’Unità ultima di Tutto l’Essere, e, di conseguenza, della preziosità della terra e della santità di ogni essere umano sul pianeta;
- La convinzione che l’universo non sia negativo o neutro, bensì tenda verso la bontà e l’amore;
- Un atteggiamento gioioso e compassionevole verso sé e gli altri;
- Una profonda fiducia che ce ne sia abbastanza per tutti e che ogni essere umano meriti di condividere in ugual misura l’abbondanza del pianeta e la responsabilità di dar forma al nostro futuro;
- Il sentimento che il mondo sia pieno di un’energia spirituale cosciente, che trascende le categorie e i concetti e che tende verso la libertà, la creatività, la bontà, la connessione, l’amore e la generosità;
- Il sapere nel profondo di noi stessi che la nostra vita ha significato, tramite il nostro centro interiore, come manifestazione della bontà ultima dell’universo.

Questa è la spiritualità.

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INDUISMO - PARTE PRIMA

Il termine Induismo è stato creato dagli studiosi europei per classificare la distinzione fra vedismo e brahmanesimo, ma per alcuni la differenziazione fra queste due discipline religiose e l'induismo è praticamente impossibile; nel linguaggio comune con questa parola si indica l'ultima fase del lungo percorso di questa religione. Con questa parola gli europei intendevano racchiudere il «risultato non dello sviluppo spirituale di un popolo, ma di una poderosa mescolanza di razze; sistema religios-sociale indiano, autoctono, costituitosi dal brahamanesimo con progressive accettazioni di elementi originali non brahamanici e già sin dalla controriforma buddhista, vi aderisce la maggioranza della popolazione dell'India moderna. Esso abbraccia tutti i riti, gli usi religiosi, le concezioni, tradizioni e mitologie che hanno ricevuto la loro sanzione direttamente o indirettamente attraverso le sacre scritture e le prescrizioni dei Brahmani.»; ancora, H. von Stietecon afferma che «con induismo si intende non una religione, ma un collettivo di religioni, collegate fra loro da un comune spazio geografico con la sua storia e dalle condizioni socio-economiche e relazioni culturali sviluppatesi in esso». Lo sfondo comune che consente questa unità nelle differenze è la religione vedica e il sanscrito un patrimonio di credenze e liturgie proprie degli Arii, quella popolazione che si stanziò in India nel II millennio a.C.
La parola «hindu», con la quale si definscono gli adepti di tale religione, deriva dal persiano, e fu usata inizialmente dai musulmani penetrati nel subcontinente per indicarne gli abitanti, riferendosi in particolare a coloro che abitavano nella regione dell'Indo, e solo successivamente si rivelò una connotazione religiosa per indicare coloro che non si erano convertiti all'islamismo, mentre per quel che riguarda gli Europei, è dal XVI sec. che usano questo termine, dal quale è derivato presto "induismo".
La più antica forma religiosa indiana è senza dubbio un politeismo di tipo naturalistico, che col tempo viene a modificarsi in enoteismo, ed acquisiscono molto valore i sacrifici; è anche per questa caratteristica che questo culto si potrebbe dire "ricettivo", perché facilmente ingloba nuovi elementi senza scomporsi: si passa dall'animismo alle speculazioni filosofiche più profonde, e in questa stessa ottica va letto il passaggio dal Vedismo al Brahmanesimo. Fra le figure di rilievo, si distingue il brahmino, il sacerdote, e massimo eminente della classe castale, che ha fra i suoi compiti quello di istruire gli uomini e dare loro la via per la salute suprema.
Nel Rig-Veda viene a formarsi quello che si definisce panteismo: dal grande quesito su come è stato creato l'universo, chi sia stato a farlo ecc. si arriva all'abbraccio di tutto il creato atto a specchiare nel microcosmo il macrocosmo. Questo politeismo nacque al di fuori della casta sacerdotale, ma ben presto venne da essa assimilato. Il fine dell'uomo è quindi quello di raggiungere il Brahaman-Atman (anima universale), e il mondo gli si prostra pieno di dolori: è proprio da qui che nascono 6 scuole ortodosse e 10 eterodosse (queste ultime per opera del filosofo Madhavacarya nel suo compendio di tutti is sistemi filosofici).
Il Brahmanesimo, che è incluso insieme al Visnuismo e al Shivaismo nell'Induismo (anche se il Brahmanesimo è nato prima dell'Induismo), si può dire l'unica religione dell'India, che risorse col tempo, e tuttora impera in quella forma che gli Europei chiamano «Induismo». In questa dottrina si ha la concezione di una divinità tre volte creatrice (Trimurti, «di tre corpi»): Brahama, Visnu, Siva . Le tre divinità ebbero però come maggior ponente Brahma, che era il divino in senso più pieno e puro; successivamente Brahma finì per identificarsi in uno o nell'altro dei due membri della triade, diventando così una diade, tanto che poi si ebbe una visione unitaria con l'unificazione ulteriore di Visnu con le due divinità che si erano fuse in precedenza: si arrivo quindi a chiamarli Hari-Hara: come è facile notare, alla fine si ebbe una tendenza monoteistica.

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INDUISMO-PARTE SECONDA

Questi i caratteri salienti dell'induismo: si ha una radicale modifica del pantheon mitologico del brahmanesimo, c'è un nuovo indirizzo dell'esperienza mitologica e una grande varietà di sette. Oltre alle sette si crearono poi culti locali: in India c'è sempre stata, e c'è finora, una grande libertà di culto. Lo spirito e la materia sono distinti perché il primo è eterno, mentre la seconda è mutevole: così l'anima è costretta a trasmigrare in continuo finché si sia purificata, e ciò può avvenire in due modi: con una vita ascetica e contemplativa o uniformandosi a un rigido ideale etico: solo così personificata può darsi al dio Visnu per l'eternità. Dalla Bhgavadgita conosciamo la divinità Visnu-Krsna, ovvero la personificazione umana in Krsna di Visnu che si presenta, e poi si rivela, alla fine del canto incluso nel Mahabharata: già il suo duplice nome, Visnu-Krsna, mostra che questa divinità ha prima una derivazione popolare più che brahmanico. Ma sempre questa divinità ci dà l'esempio di quante suddivisioni esistano nell'induismo: tantissime sette di ognuno dei tre dei della triade. Poiché si era giunti ad un numero vastissimo, si provvedette nel XI sec. con un riordino, e la creazione quindi di 4 scuole. Così Visnu si occupa del governo delle anime e della materia e predispone quali si salveranno, quali dovranno trasmigrare, quali saranno dannate. Ve n'è un'altra delle numerose del visnuismo che è rappresentata da coloro i quali adorano Rama, grande personaggio indiano di cui si parla nel Ramayana. Rama era l'incarnazione del dio Visnu.
La preghiera, i digiuni, i riti trasformano decisamente l'esistenza individuale; la preghiera mentale e vocale è basata sulla ripetizione di formule dette mantra ripetute su "rosari" o cantate in forma litanica. Il culto provato, che si svolge principalmente al tramonto (samdhyà, congiunzione fra giorno e notte), comprende oltre all'abluione del corpo una serie di preghiere, tra le quali la più famosa è la gàyàtrì, invocazione al dio savitar.

Il Sivaismo è un'altra delle suddivisioni induistiche: si definisce come culto più arisotcratico, in quanto maggiormente praticato dai brahmini, tanto che si definisce quasi «religione professionale dei brahmani e degli uomini di lettere». In questa dottrina l'anima e la materia sono separate da Dio, come un animale legato da lacci (la materia) che gli impedisce di raggiungere il suo padrone (il Dio). Secondo alcuni l'uomo è destinato alla sua fortuna spirituale , per altri ne è l'autore. Anche nello sivaismo hanno molto peso le pratiche ascetiche. Come ben noto, nell'induismo hanno particolare rilievo anche le figure divine femminili: nel sivaismo si adora la sakti (forza) di Shiva, che però era venerato anche come figura femminile, concependola cioè come moglie della divinità, e in seguito si arrivò ad adorare Siva solo come figura femminile: proprio per questo nacquero i Tantra, testi canonici che celebravano la sakti creandola, mantenendola e distruggendola. Presto ne derivò anche un significato erotico-sessuale: in teoria deve accompagnarsi alla purezza di spirito, alla soppressione del desiderio, a un distacco assoluto da ogni cosa materiale, ma nelle pratica le deviazioni orgiastiche furono inevitabili.

Attualmente gli Induisti sono la terza comunità religiosa mondiale, dopo i cristiani e gli islamici, rappresentando il 13% circa della popolazione; la quasi totalità degli Induisti (99%) vive nell'Asia meridionale, particolarmente in India. A seguito di emigrazioni, si è diffuso anche in Asia, ha dato luogo a forme significative di sincretismo a , con presenze anche in Cina, mentre in Europa è conosciuto più per la diffusione di movimenti, come Hare-Krishna, meditazione trascendetale ecc.

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NOTE IGIENICHE

Per questioni di igiene e salute, non sono disponibile a fare il Rituale Tantra con persone affette da malattie infettive o della pelle (acne, psoriasi, vitiligine, malattie, irritazioni cutanee etc), in quanto esso prevede un prolungato contatto fisico.
Si prega inoltre di segnalare se avete subito interventi chirurgici recenti, se soffrite di problemi al cuore, fratture, pressione alta, diabete oppure se state seguendo qualche cura, assumendo medicinali o antibiotici, o facendo una particolare dieta; potrebbero essere necessari dei particolari accorgimenti o se sei obeso oltre 110 kg.. Faccio molta fatica a eseguire il Tantra Massage a persone obese. Ho appena 57 kg.! Sorry morbidone! Per finire: la fastidiosa forfora colpisce a molte persone, controllatevi. Se noto che ci sono evidenza nella giacca o che la testa è visibile come dei formaggi scadenti gratuggiati sarà impossibile il mio avvicinamento. Ma non solo! Come faccio a carezzare il cranio con capelli sporchi e unti con il cattivo odore di strutto marcio Modenese?

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OBESITA'



Non me la sento in eseguire il Body tantra a una persona obesa oltre 120 kg. Sorry morbidoni ho solo 57 kg! Pero offro il massaggio californiano senza nudità, NO TANTRA! Consumerò 1 lt. d'olio ma la mia gentilezza e comprensione non mancherano!

L'obesità patologica è una forma severa del sovrappeso, una condizione che provoca enormi problemi per il corpo ed eventuali rischi per la salute come: attacchi di cuore, diabete, ipertensione, colesterolo alto, ictus. Ci sono trattamenti e diete alimentati speciali per l'obesità patologica.

Le complicazioni di salute in genere causate dall'obesità sono:

- Depressione indotta dal problema di peso che le persone obese possono sviluppare in seguito alle difficoltà nel vivere una normale vita sociale.

- Ipertensione o pressione alta può essere molto pericolosa per le persone obese.

- Malattie cardiache. Il rischio di malattie cardiache è elevato per le persone obese. I cibi grassi fanno sì che il cuore sia costretto a lavorare il doppio con la difficoltà a pompare il sangue in tutto il corpo e questa condizione unita all'aumento della pressione arteriosa può causare insufficienza cardiaca.



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6 marzo 2011

DEDICATO A COPPIE IN CRISI

Tantra
La gente é molto tesa sul sesso. Il problema é proprio questa tensione e lo sforzo di fare qualcosa. Il sesso accade. non é qualcosa che devi fare. Quindi dovete imparare dall'oriente l'attitudine verso il sesso, il Tantra. Il Tantra ha un'attitudine di amorevolezza verso una persona. non c'é bisogno di pianificare, non c'é bisogno di ripetere la parte mentalmente. Non c'é bisogno di fare niente in particolare: solo sii amoroso e disponibile. Continuate a giocare con la vostra energia reciproca e quando fate l'amore, non é necessario che sia grandioso, altrimenti fingeresti e anche l'altro fingerebbe. Tutte e due pretendete di essere dei grandi amatori... E rimanete tutti e due insoddisfatti! Non é necessario fingere. E' una preghiera molto silenziosa. Fare l'amore é una meditazione. E' sacro, é il piú sacro delle sacralitá. Quindi quando fai l'amore , vai piano... con piacere, assaporane il gusto. Con molta calma: non c'é fretta, c'e tempo abbastanza.

E mentre fai l'amore, dimentica l'orgasmo. Al contrario, rilassati , rilassatevi l'uno con l'altro. La mente occidentale pensa continuamente al momento dell'orgasmo, e come farlo veloce e grandioso, e questo e quello... Il pensare non permette all'energia del corpo di funzionare. Non permette al corpo di seguire il suo corso. La mente continua ad interferire... Rilassati . Se non succede niente vuol dire che non c'é niente che deve accadere. Se niente succede allora vuol dire che non sta accadendo niente...e anche questo é meraviglioso! L'orgasmo non é qualcosa che deve accadere ogni giorno. Il sesso dovrebbe essere semplicemente stare insieme, dissolversi l'uno nell'altro. Poi puoi continuare a fare l'amore per mezz'ora, per un'ora, semplicemente rilassandosi l'uno nell'altro. Allora sarai in uno spazio senza mente, perché non c'é bisogno della mente! L'amore é l'unica cosa in cui non c'é bisogno della mente; e qui é dove l'occidente sbaglia: si porta la mente persino lá!

Se puoi continuare a crescere in questa intimitá, che non é piú eccitazione, proverai una grande gioia. La gioia é la conclusione, l'appagamento. L'eccitazione é solo l'inizio, un richiamo; non é il finale. E quelli che si fermano all'eccitazione non sapranno mai cos'é l'amore, non penetreranno mai il mistero dell'amore, non conosceranno mai la gioia dell'amore. Proveranno sensazioni, eccitazione, febbre passionale, ma non conosceranno mai la grazia che é l'amore. Non sapranno mai quanto sia meraviglioso stare con una persona senza eccitazione, ma in silenzio, senza parole, senza lo sforzo di fare qualcosa. Solo stare insieme, condividere uno spazio, un essere, condividere l'uno con l'altro senza pensare a cosa fare, cosa dire, dove andare o come divertirsi; tutte queste cose sono passate. Il temporale é finito e c'é silenzio. E farai all'amore ma non sará veramente un fare; sará l'amore che accade. Sboccerá dalla grazia, dal silenzio, dal ritmo; salirá dal tuo profondo essere, non sará veramente corporeo. C'é un tipo di sesso che é spirituale, che non ha niente a che fare con il corpo. Anche se il corpo prende parte, partecipa, non ne é la fonte. Allora il sesso si tinge dei colori del Tantra, solo allora!

E questo fondersi non dovrebbe diventare inconscio, altrimenti perdi un'occasione. In questo caso é un bellissimo atto sessuale, ma non é una trasformazione. E' bellissimo, non c'é niente di sbagliato, ma non é trasformazione. E se é inconscio, ti muoverai sempre sulla stessa rotta. Vorrai ripetere questa esperienza ancora ed ancora. L'esperienza é stupenda nel momento che succede, ma poi diventa una routine, e ogni volta che la fai, si crea sempre piú desideri, piú fai questa esperienza e piú la desideri, e ti muovi in un circolo vizioso. Non cresci, semplicemente ruoti. Girare intorno non va bene perché non cresci. E allora l'energia si perde. Anche se l'esperienza é buona, perdi energia perché c'é molto di piú da sperimentare. E bastava girare l'angolo e avresti raggiunto molto di piú. Con la stessa energia avresti potuto raggiungere il divino. Con la stessa energia puoi raggiungere l'ultima estasi, e tu la disperdi per un'esperienza momentanea. E via via questa esperienza diventerá noiosa, perché tutto ció che si ripete di continuo diventa noioso. Quando si perde la novitá, si crea la noia. Se rimani sveglio vedrai: primo, il cambiamento dell'energia nel corpo, secondo, la caduta dei pensieri dalla mente e terzo, la caduta dell'ego dal cuore.

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LA FRUSTAZIONE


I) La frustrazione è la mancata gratificazione di un desiderio, oppure l'impedimento alla soddisfazione di un bisogno. È uno stato psicologico che si verifica quando un ostacolo blocca il conseguimento di un fine da parte di un organismo che sia motivato a conseguire quel fine.

II) Componenti fondamentali per comprendere il concetto di frustrazione:

a) essa può verificarsi solo per un organismo che può guidare il proprio comportamento dirigendolo verso un fine;

b) il comportamento deve essere attivato da una motivazione più o meno specifica;

c) occorre che ci sia un oggetto (incentivo) corrispondente al bisogno-desiderio-attesa, in grado di gratificarli;

d) non c'è frustrazione senza l'interferenza di un ostacolo che interviene tra la motivazione e l'incentivo, impedendone l'acquisizione.

III) Le cause della frustrazione.

1) Fattori fisici: uscendo dal grembo materno l'individuo è costantemente impegnato ad affrontare un ambiente fisico che ha leggi proprie, non sempre corrispondenti ad una immediata soddisfazione delle esigenze dell'organismo (ad es. fame, sete, riparo, protezione, freddo, caldo, umidità...).

2) Fattori sociali: l'uomo vive in un ambiente fisico "umanizzato", cioè sociale, costruito per adeguarsi alle esigenze dell'uomo. Ma le norme sociali che reggono questo ambiente non sempre favoriscono l'esistenza: molte norme scritte (e non scritte) vincolano l'azione, al punto che impediscono la soddisfazione dei desideri (ad es. un matrimonio misto, la vincita di un concorso...).

3) Fattori personali: si suddividono in biologici, psicologici e sociali.

a) Quelli biologici riguardano l'organismo (fonte di frustrazione è una particolare condizione fisica: piccolo di statura, capelli rossi, miopia...). Ovviamente la situazione fisica in sé non è causa di un disadattamento, ma lo diventa se viene vissuta così o se viene proposta al soggetto in modo frustrante.

b) I fattori psicologici riguardano la personalità (ad es. vivere in un ambiente centrato sull'efficienza operativa può essere frustrante per chi possiede una personalità desiderosa di coinvolgimento emotivo, contatto umano e comprensione).

c) I fattori sociali riguardano la società (ad es. l'appartenenza a un certo contesto o classe sociale può determinare frustrazione). Da notare però che una stessa esperienza di mancata gratificazione può essere percepita da una persona come sgradevole o umiliante, mentre per un'altra può essere stimolante. Spesso l'impossibilità di soddisfare immediatamente un desiderio è utile stimolo di ricerca di nuove soluzioni.

IV) Reazioni alla frustrazione.

1) Persistenza dell'ostacolo: quanto maggiore è l'incentivo-motivazione, tanto maggiore sarà la tendenza a persistere nel raggiungimento di quella gratificazione che risulta impedita dalla persistenza dell'ostacolo.

2) Reazione aggressiva: la mancata gratificazione protratta nel tempo può scatenare la reazione aggressiva. L'energia viene distaccata dall'oggetto che ostacola oppure viene reinvestita (sempre in modo aggressivo) su un altro oggetto. La reazione aggressiva è proporzionata alla frustrazione. A volte, per effetto di cumulazione, si può verificare una reazione fortemente aggressiva alla fine di una lunga serie di frustrazioni di modesta entità, nessuna delle quali, singolarmente vissuta, avrebbe scatenato la crisi.

· La reazione aggressiva può essere eterodiretta (rivolta verso l'esterno) oppure autodiretta (rivolta su di sé). Risponde alla seguente logica: "Se qualcosa è andato male, ci sarà una colpa; la colpa è di qualcuno; questo qualcuno deve essere punito". A seconda che il "qualcuno" sia il soggetto stesso o un altro, la reazione aggressiva è intrapunitiva o extrapunitiva.

· Da sottolineare anche la reazione aggressiva rediretta: ad es. una persona frustrata può ritenere giustificato il suo risentimento nei confronti di un'altra persona (che crede si sia comportata in modo offensivo) senza rendersi conto (perché il processo è inconscio) che il suo risentimento è dovuto al fatto che quella persona ne sostituisce in realtà una terza, che era stata effettivamente offensiva nei suoi confronti e verso la quale non aveva potuto reagire.

3) Stimolante dell'intelligenza: la frustrazione attiva il comportamento, per cui può essere utilizzata per l'apprendimento, a condizione che non sia troppo intensa né troppo prolungata (ad es. nelle interrogazioni le domande troppo "tranquille" o troppo "disturbanti" del prof. hanno un rendimento di risposta minore).

4) Reazione cooperativa: la frustrazione può attivare collaborazione fra i soggetti che la subiscono (ad es. quando esiste la minaccia di un nemico comune si dimenticano i vecchi torti).

5) Ansia, Angoscia e Apatia: in tutti quei casi in cui l'entità della frustrazione subita è così elevata da superare i limiti di tolleranza da parte del soggetto. L'ansia è uno stato di agitazione-stress-timore; l'angoscia è un'incontrollabile agitazione, un'incapacità a reagire; l'apatia è caratterizzata da indifferenza-distacco-demotivazione totale, tipica di quei soggetti provati da gravi traumi emotivi (prigionia, terremoti, tortura, lutto, tradimento...) o di soggetti patologici. L'apatia è l'estrema protezione del proprio io da un'angoscia altrimenti insopportabile.

V) I meccanismi di difesa. Ansia, angoscia e apatia sono reazione più o meno consapevoli del soggetto. Ma esistono anche dei meccanismi di difesa inconsci ed estremi, appartenenti a qualunque individuo, che sono praticamente espressione della necessità di mascherare o fingere una condizione di vita migliore di quanto non sia in realtà. Naturalmente se la persona si rapporta alla realtà solo ricorrendo a questi meccanismi, allora essi vanno considerati come sintomi di una nevrosi.

1. Sublimazione: è una trasformazione delle forze istintive-pulsionali-sessuali non in modo impulsivo e immediato, ma socialmente consentito e approvato (lavoro, arte, sport...).

2. Idealizzazione: ad es. tenere in maniera solo scientifica, senza coinvolgimento emotivo, un corso di educazione sessuale.

3. Razionalizzazione: ad es. la volpe che nella favola di Esopo giustifica la propria incapacità dicendo che l'uva è acerba.

4. Evasione: ad es. sognare di diventare un Einstein nonostante la bocciatura.

5. Compensazione: ad es. le cure dedicate a un cagnolino compensano a volte una mancata o impossibile maternità.

6. Formazione reattiva: ad es. un atteggiamento di rigorismo morale intransigente di una madre verso la figlia può esprimere la tendenza ad una libertà di costumi non confessata.

7. Traslazione: ad es. aggredire un animale o un oggetto quando non si può aggredire l'avversario.

8. Isolamento: ad es. raccontare la morte di un parente stretto senza provare alcuna emozione (isolare un fatto dall'emozione).

9. Proiezione: ad es. una persona che ci tiene a far vedere la propria sincerità può pensare che gli altri siano tutti bugiardi.

10. Annullamento: ad es. chi controlla più volte la chiusura del rubinetto del gas prima di uscire (il secondo atto annulla il primo).

11. Rimozione: ad es. un'aggressione notturna può comportare non solo la rimozione (nell'inconscio) della figura dell'aggressore, ma anche il nome della via ove è avvenuto il fatto.

12. Regressione: ad es. in caso di malattia ricompaiono atteggiamenti infantili.

13. Fissazione: ad es. ripetere un comportamento anche al mutare delle circostanze.

14. Introiezione: ad es. quando vedendo un film ci si identifica col personaggio o con la situazione, come se fosse reale.





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4 marzo 2011

Shiva e Shakti - La coppia cosmica

Shiva e Shakti - La coppia cosmica

Lo SHIVA PURANA afferma che "l'intero universo è stato creato da SHIVA e SHAKTI". Essi simboleggiano due polarità opposte, due principi assoluti ed eterni: il Maschile ed il Femminile, che attraverso la loro unione danno vita all'intera manifestazione.
Il Pantheon induista è popolato di divinità; quasi tutte hanno una controparte, poiché si crede che ogni principio superiore può esistere solo attraverso una combinazione di maschile e femminile. Di conseguenza, ogni divinità maschile è concepita come inseparabile da un'Energia contraria femminile o SHAKTI.

"SHIVA è L'Esistenza Pura, il Principio Divino immortale. SHIVA è pura Coscienza, incondizionata e trascendente. SHIVA è la divinità della mente, il Signore dello Yoga, il Maestro dei tre mondi e il vincitore sulla morte". (SHIVA PURANA)
SHIVA è il principio della forza centrifuga per mezzo della quale ogni vita, ogni forma, ogni sistema cosmico si dissolve nell'infinita immensità del divino. Tutto ha origine in Lui. Egli è la forza di espansione del mondo, è la fonte energetica dell'esistenza, il principio della vita, ma anche il principio della dissoluzione e della trasformazione.

La forza trascendentale di SHIVA è una porta d'ingresso che conduce al di là delle cose terrene; va dal mondano al metafisico e fa nascere la comprensione della reale natura dell'esistenza. E' il potere penetrante della pura coscienza non differenziata; è la qualità trascendente estatica dell'evoluzione. Cielo e terra trovano in SHIVA la loro sintesi, poiché Egli è anche nel mondo, nella natura, negli animali, nella sete stessa di vita di ogni essere vivente.

SHIVA significa il "Benigno" e da questo punto di vista costituisce l'aspetto benefico della divinità, mentre l'aspetto terribile è rappresentato da RUDRA o "Fiammeggiante", colui che fa scorrere le lacrime.
Il dualismo positivo/negativo caratterizza sempre la figura di SHIVA. Si tratta di componenti apparentemente contraddittorie ma che in realtà si riferiscono ad aspetti diversi in cui si manifesta la divinità. Infatti le sue ipostasi sono numerose (1008) ed ognuna esprime alcune caratteristiche specifiche che gli sono proprie.

Poiché tutto vibra, tutto ha un ritmo, SHIVA è anche il Signore del ritmo e della danza e come tale dà origine al mondo delle forme. La sua rappresentazione artistica più importante e nota è appunto NATARAJA, SHIVA il Signore della Danza. La danza, considerata un tipo di magia, in quanto permette di liberare le forze soprannaturali del danzatore, costituisce in SHIVA un vero e proprio atto creativo.

Come abbiamo già accennato, SHIVA non può essere concepito senza la sua metà femminile, la SHAKTI. Egli può diventare attivo solo quando l'energia della SHAKTI gli dà forza. Senza SHAKTI, SHIVA diventa SHAVA, ossia un corpo senza vita.

Nell'induismo, la SHAKTI viene promossa al rango di Madre divina, che alimenta tanto l'Universo e tutte le sue creature quanto le molteplici manifestazioni degli dèi. In ciò emerge una sorta di riscoperta religiosa del mistero della Donna, in quanto ogni donna rappresenta un'incarnazione della SHAKTI. Essa simboleggia l'irriducibilità del sacro e del divino, l'essenza inafferrabile della realtà ultima. La Donna incarna allo stesso tempo il mistero della Creazione e il mistero dell'Essere, di tutto ciò che è e che diviene, che muore e rinasce in modo incomprensibile.

SHAKTI: dalla radice shak significa essere capace di fare, avere la forza di fare, di agire; sostanzialmente vuol dire potenza. Essa è il principio universale di energia, potenza e creatività. SHAKTI è inseparabile da colui che la possiede - SHAKTIMAN, principio maschile o Padre Universale. L'universo è il prodotto di questa coppia di opposti: uno statico (SHAKTIMAN) l'altro dinamico (SHAKTI). La parte esteriore di ogni cosa è l'aspetto creativo della forza dinamica, e all'interno di ogni creatura dinamica c'è la forza statica, che è il nucleo dell'esistenza fenomenica.

SHIVA e SHAKTI costituiscono la contrapposizione dei principi costitutivi dell'universo; il primo è lo spirito, l'uomo cosmico (PURUSHA), la seconda è l'energia del mondo (PRAKRITI). L'intera manifestazione è il prodotto dell'energia che deriva dalla potenza della loro unione che genera beatitudine; ovvero è il prodotto della gioia e del piacere.

Il congiungimento di SHIVA e SHAKTI simbolizza l'impulso a riunire "l'essere", la consapevolezza e la potenza, l'energia, l'aspetto trascendente e l'aspetto immanente. A SHIVA è proprio l'essere, l'immutabilità, la natura dell'atma o principio cosciente; a SHAKTI è proprio invece il movimento, il mutamento; essa è l'origine di ogni produzione, generazione e vivificazione.

SHAKTI è ciò che in un essere vi è di potenza non ancora attuata nella forma di SHIVA; SHIVA è invece ciò che in esso vi è di unificato e trasmutato, di ricongiunto con se stesso, di trasparente e luminoso. In particolare, alla prima corrisponde tutto ciò che è materia, corpo e mente, al secondo il principio cosciente; entrambi si presentano dunque nel tantrismo solo come due modi di apparire di un unico principio, di un'unica realtà. La loro sintesi suprema è paragonabile ad una fiamma che ha consumato tutta la materia e ora è soltanto se stessa, come pura energia o atto puro.

Si narra che per reggere l'universo e tutte le sue creature, SHIVA, in quanto assoluto neutro, si sia diviso in due parti complementari. Dall'unione del Dio e della Dea si forma ogni realtà vivente. Dall'unione della coppia mistica procede l'intero universo nei suoi aspetti sia statici e stabili, sia dinamici; sia nelle forme immateriali e coscienti, sia in quelle immateriali e inconsce. Gli elementi attivo/passivo, maschile/femminile, che appaiono solo nella loro opposizione, sono in verità uno solo. Nell'iconografia indù questo pensiero viene rappresentato mediante una figura androgina, metà maschile e metà femminile che racchiude in sé sinteticamente tutti gli aspetti e le caratteristiche delle due polarità: ARDHANARISHVARA.

Durante i rituali sessuali tantrici i due amanti ricreano tale ricongiungimento tramite l'unione mistica, in cui diventano essi stessi due divinità grazie a un processo di trasfigurazione reciproca, realizzando interiormente il perfetto Stato Androginale.
L'uomo e la donna incarnano, durante l'atto amoroso con consacrazione, continenza e trasfigurazione, i due principi divini, SHIVA e SHAKTI, che si fondono in un abbraccio cosmico inebriandosi di beatitudine infinita.

La coppia umana diventa una Coppia Divina, Cosmica e trasforma un atto fisico in un momento sacro nel quale si producono dei vissuti interiori sublimi, elevati, estatici che sfociano in stati di coscienza superiori e permettono di realizzare l'Assoluto.

Il processo di trasfigurazione naturalmente non deve rimanere circoscritto all'ambito della fusione amorosa. In ogni momento, due esseri che si amano devono trasfigurare se stessi e l'altro come SHAKTI o SHIVA. L'uomo deve riconoscere nella donna l'incarnazione della SHAKTI, la manifestazione dell'energia primordiale creatrice, e adorarla come una Dea, così come la donna deve riconoscere nell'uomo l'incarnazione di SHIVA, la manifestazione della Coscienza Divina ed esprimere nei suoi confronti devozione e amore infinito.

Ogni donna, identificandosi con SHAKTI ne assimilerà, gli attributi specifici. Inizierà a manifestare un'energia splendida, irresistibile che esprime attraverso la passione, ma anche una bellezza profonda, delicatezza, grazia interiore e armonia. Dimostrerà saggezza, compassione e calma, ma anche forza, potenza e una volontà ferrea.

Un'autentica SHAKTI emana il sortilegio della dolcezza che inebria di divino il suo SHIVA; è capace di trasmettere una felicità profonda e di trasformare la vita in una meravigliosa beatitudine. Con il suo potere incantatore l'esistenza diventa un'opera celeste, che rivela i segreti mistici dell'estasi e che fa scorgere il ritmo delle armonie della potenza della creazione.





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